Batman: The Killing Joke

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Chi è fan di Batman, e in particolare delle sue avventure a fumetti, è senz’altro consapevole dell’importanza di The Killing Joke nella tradizione letteraria del personaggio ideato da Bob Kane e Bill Finger. Pubblicato nel 1988, il racconto scritto da Alan Moore e illustrato da Brian Bolland è considerato da molti la storia definitiva incentrata sul Joker, la cui caratterizzazione nelle pagine di The Killing Joke ha influenzato gran parte delle versioni successive, sulla carta e altrove. Tanto per fare un esempio, il passato a scelta multipla del personaggio ne Il cavaliere oscuro è un omaggio al lavoro di Moore. The Killing Joke è anche una storia controversa, della quale col senno di poi il suo stesso autore si è dichiarato poco fiero, in particolare per quanto riguarda la scelta di rendere Barbara Gordon paraplegica (sebbene questo abbia portato ad uno dei periodi migliori del personaggio sul piano narrativo, con il nuovo alter ego Oracolo).

Ora, a quasi trent’anni dalla pubblicazione, The Killing Joke arriva sugli schermi grazie all’iniziativa dei DC Universe Original Animated Movies  lungometraggi animati che traggono ispirazione da storie particolarmente significative della DC Comics. A rendere epocale la trasposizione del testo di Moore ad opera del noto autore di fumetti Brian Azzarello, è soprattutto un dettaglio: il visto di censura R (vietato ai minori di 17 anni non accompagnati), indice di una volontà di restare il più fedeli possibile all’originale cartaceo, senza autocensurarsi nel tentativo di conquistare un pubblico più giovane che in ogni caso non fa parte del target audience del racconto.

Per ragioni legate alla durata del film (adattare solo The Killing Joke non sarebbe stato sufficiente), è stato aggiunto un prologo esteso allo scopo di espandere il ruolo di Barbara Gordon. Un’aggiunta che farà discutere, particolarmente per la decisione di mostrare, (quasi) senza censure, un rapporto sessuale tra Batman e la sua giovane alleata. Uno sviluppo non proprio inedito (già in Batman of the Future si era parlato di Bruce e Barbara come amanti), ma comunque scioccante per la spudoratezza con cui viene usato come strumento narrativo in un film il cui nucleo narrativo ruota intorno alla violenza – anche sessuale – nei confronti di Barbara per far impazzire il commissario Gordon e spingere Batman oltre i limiti. Da un lato, possiamo capire la volontà di dare a Batgirl un ruolo che non si limiti a quello della vittima; dall’altro, questo preludio esteso, oltre ad essere problematico (ma comunque affascinante per certi versi), è quasi una distrazione mentre si aspetta l’attrazione principale, ossia Batman: The Killing Joke.

Tu ci spaventi, lui ci terrorizza

Una volta archiviato il prologo (e tralasciando la sequenza mid-credits che lascia presagire un improbabile seguito), l’adattamento vero e proprio di The Killing Joke ripaga l’attesa dei fan. Collocato in un punto d’equilibrio tra le illustrazioni originali di Bolland e l’estetica che da alcuni anni caratterizza la maggior parte dei DC Universe Original Animated Movies, l’universo visivo nel quale assistiamo all’origine (presunta) del Joker e al suo scontro definitivo con Batman, fisico e filosofico, è un mondo sporco, grigio e brutale. Un luogo da incubo, dove la follia la fa da padrone e – questa l’essenza del racconto di Moore – la differenza tra Batman e la sua nemesi, a livello di sanità mentale, è molto meno evidente di quanto si pensi. Senza darci allo spoiler, ci limitiamo a dire che il celebre finale della storia di Moore è quasi più inquietante sullo schermo, grazie alle interpretazioni vocali dei protagonisti.

Per molti fan della DC, e in particolare dei suoi prodotti d’animazione, il motivo principale per vedere The Killing Joke, rigorosamente in lingua originale (questo vale anche nel nostro paese, poiché il film esce senza doppiaggio italiano), è la presenza delle due voci storiche di Batman e Joker, ossia Kevin Conroy e Mark Hamill, avversari animati in tutti i prodotti del cosiddetto DC Animated Universe (dal 1992 al 2006) e poi nei videogiochi Arkham Asylum, Arkham City e Arkham Knight. Altri veterani coinvolti nella realizzazione del film sono Tara Strong (la voce di Batgirl in Batman – Cavaliere della notte) e i produttori Bruce Timm e Alan Burnett.

L’attrazione principale è costituita però da Conroy e Hamill: il primo, adattandosi perfettamente al contesto più adulto del film, dà a Batman un tono più cinico, mentre il secondo, pur concedendosi una parentesi più matura grazie ai flashback sul passato di colui che è diventato il Joker, rimane eccessivo, quasi caricaturale, dall’inizio alla fine. Il che non è un difetto, perché a forza di perfezionare la sua performance, in particolare l’uso di risate diverse a seconda dello stato d’animo del personaggio, Hamill riesce a rendere credibili anche le scene più sovraccariche. Un’interpretazione quasi definitiva per l’adattamento di un classico, imperdibile per tutti i fan del malefico clown e del suo doppiatore storico. Certo, i più piccoli dovranno pazientare alcuni anni per potersi gustare l’istrionismo di Hamill in questa sede, ma nel frattempo potranno sentirlo in un contesto più adatto alla loro età, nell’imminente serie animata Justice League Action.

fonte articolo: movieplayer.it

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